"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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Al salùt pramzàn äd parmaindialetto.blogspot.com

“Parmaindialetto” è nato il 31 luglio del 2004. Quest’anno compie 16 anni

“Parmaindialetto” l’é nasù al 31 lùjj dal 2004. St’an’ al compìssa 16 an’

Per comunicare con "Parmaindialetto" e-mail parmaindialetto@gmail.com

L’ UNICA SEDE DI “Parmaindialetto” SI TROVA A PARMA ED E' STATO IDEATO DALLA FAMIGLIA MALETTI DI “PÄRMA”.







sabato 27 dicembre 2014

QUESTA SERA A TV PARMA ORE 21,10 “ La Congiura di Fevdatäri”. LETTURA IN DIALETTO PARMIGIANO CON ENRICO MALETTI, PIETRO VITALI, CRISTINA CABASSA.



“ La Congiura di Fevdatäri” 

Questo capolavoro in dialetto parmigiano è stato scritto dal poeta Alfredo Zerbini nel 1947. L'argomento è la congiura del 1611/1612 ordita dai feudatari parmensi contro Ranuccio 1° Farnese quarto Duca di Parma. La congiura fu capeggiata da Barbara Sanseverino Sanvitale, contessa di Sala e marchesa di Colorno. Gli interpreti della lettura sono gli attori dialettali Enrico Maletti e Pietro Vitali: I 4 sonetti: I Fevdatäri, La Congiura, Al procés, La Grand Giustìssia, sono preceduti dalla presentazione in italiano di Cristina Cabassa, la regia è di Enrico Maletti. Il pubblico parmigiano abituato a vedere commedie brillanti con intrecci comici e amorosi, si accorgerà con questa lettura di storia di Parma che non ha nulla di comico, che il dialetto parmigiano è una lingua seria e completa.


NELLA FOTO GLI INTERPRETI DELLA LETTURA:
 ENRICO MALETTI, CRISTINA CABASSA, PIETRO VITALI

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venerdì 26 dicembre 2014

Anolén prìmma... e dòpa j'ò magnè anca l'ùltom...Arvèddros a st' an' ch' vén... Tgnèmmos vìsst.


(CLICCA SULLE FOTO PER INGRANDIRLE)

('Na béla tondén'na d'Anolén)

 (L'ùltom Anolén par Nadäl dal 2014...
Arvèddros a st' an' ch' vén)



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giovedì 25 dicembre 2014

IL VANGELO DEL GIORNO DI NATALE 2014. COMMENTO DI DON UMBERTO COCCONI

IL VANGELO DEL GIORNO DI NATALE 2014

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. (Vangelo secondo Luca)

Dov’è il luogo in cui Dio può nascere? Dove si trova veramente Betlemme? Siamo proprio sicuri che la vera Betlemme di cui parla il Vangelo è proprio la città a sud di Gerusalemme? O si vuole evocare un’altra Betlemme, che in realtà è proprio il tuo mondo, a significare che Dio nasce in te, nella tua casa? Dio nasce dove c’è qualcuno che lo accoglie: quella è la vera Betlemme! Il Vangelo racconta sostanzialmente l’inizio della nostra vita umanizzata, la storia del nostro divenire uomini, per questo “Betlemme” si trova ovunque ci siano uomini e donne che “hanno fame e sete della giustizia di Dio”. Si racconta che i pastori “vegliavano di notte”, ma cosa significa vegliare durante la notte? Quando gli uomini si ritrovano senza più una prospettiva e i loro sogni frantumati, percepiscono che il mondo è in un vuoto abissale. E le loro mani allora cercano così un appiglio senza trovarlo così ogni mattina non incomincia  con il sorgere del sole, ma con una nuova eclissi solare. A questi uomini della notte, dice il Vangelo, Cristo è apparso come luce che brilla nell’oscurità, su coloro che sono lontani da Dio; su quelli che camminavano nelle tenebre, “risplendette una luce radiosa”. Il natale è il racconto dell’incredibile che accade nella storia dell’umanità: il miracolo della divinizzazione dell'essere umano. Da questo giorno in poi l’uomo si percepisce diverso da come si era prima compreso. Questi angeli invitano i pastori a guardare la realtà e a scorgervi, propria nella piccolezza, nella fragilità, nella storia di una famiglia, la presenza di Dio, del Dio vivo e vero. In mezzo alla povertà, là dove nessuno se lo  aspetterebbe, lontano dallo splendore dorato dei palazzi, fuori dalle sale del trono dei potenti, nel più piccolo dei capoluoghi della Giudea, così come aveva annunciato il profeta, viene al mondo il nostro redentore. 

Nel mezzo della notte, ossia nell'oscurità illuminata solo dalle stelle, nasce il Signore. Mentre vanno finalmente a Betlemme, che significa “la casa del pane”, dopo questo cammino a piedi, si compiono per Maria i giorni del parto. Maria tiene nelle mani suo Figlio, che è Dio; quel Dio che nessuno ha mai visto, lo si conosce attraverso quella carne, che è quel piccolo lì, che tiene nelle mani. Dio è amore e l’amore è consegnarsi all’altro, mettersi nelle mani dell’altro. Dio si è messo nelle mani della prima persona che ha detto “sì” e l’ha accolto. Tutti quelli che diranno SI’ avranno Dio nelle loro stesse mani. Chi è Dio? È uno che mi sta nelle mani! Come dice Giovanni “ la Parola si è fatta carne”, si fa bambino, ”in quei tre chili di peso circa”, si fa pane. Dio può essere toccato dalle tue mani, per cui si ha un’esperienza tattile di Dio. Non vedi Maria che lo fascia, lo tocca, lo abbraccia, si prende cura di Lui con ineffabile amore, come fa una mamma per il suo bambino appena nato?  «Quel Dio è ridotto al bisogno, perché Dio è amore e l’amore ha bisogno di essere amato. E se noi lo amiamo diventiamo come Dio che è amore, quindi è proprio questo bambino a salvarci, a farci diventare Dio, perché la salvezza dell’uomo è diventare ciò che è: come Dio che è amore» (Silvano Fausti). Ancora una volta chiediamoci: Chi è Dio? È proprio quello che è nelle mani di Maria e nelle mani nostre quando diciamo “Amen”: “Si, eccomi”. 

Vengono proprio in mente le parole di Gesù pronunciate nell’ultima cena: “prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, vivete di questo”. Allora chi è Dio? È colui che si mette nelle nostre mani. Maria, in quella notte,  adagiò “il suo piccolo” nella mangiatoia, dove mangiano gli animali: questo Dio è venuto per tutti, anche per noi! La mangiatoia è il luogo dove si mangia, dove si vive: siamo fatti per mangiare Dio, per assimilare il suo corpo. Uno vive di ciò che mangia ed è ciò che mangia! Per Gesù, Giuseppe e Maria non c’era un posto, un luogo per loro dove ripararsi. Per Dio non c’è nessun luogo: l’unico luogo, l’unico tempio è quello: la carne di quel piccolo, in cui abita corporalmente la pienezza della divinità. Quel Dio, di cui non si è mai vista la sua carne, si rivela nella carne di Gesù. Per Dio si compie “il settimo giorno”, finalmente si riposa, perché si sente accolto da noi e trova riposo tra le nostre mani. Il riposo di Dio è essere accolto nelle mani dell’uomo! Questa scena, come dicono i mistici, è da contemplare ed ha un valore infinito: più la gusti interiormente più cogli questo mistero! Siamo nella vera Betlemme, sostituisciti per un istante a Maria e “godi” di avere tra le tue mani questo bambino, che è anche tuo Figlio: il tuo Dio. 
(DON UMBERTO COCCONI)

lunedì 22 dicembre 2014

domenica 21 dicembre 2014

Il Vangelo della domenica. Commento di don Umberto Cocconi.



Il Vangelo di domenica 21 dicembre 2014

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Vangelo di Luca)

Al giorno d’oggi, la famiglia è al centro di tante discussioni, molti sembrano avere idee chiare e indiscutibili su cosa sia e come si debba difenderla. Provocatoriamente ci potremmo chiedere: la famiglia di Nazaret rientrerebbe nei canoni normativi, che abbiamo stabilito per dare alle famiglie dei giorni nostri la patente di autenticità? Se ci fermiamo a pensarci, i dubbi non mancano. Eppure, la famiglia di Nazaret è davvero esemplare! Ci faremo aiutare, nel leggere questa pagina di Vangelo, dalle riflessioni della psicanalista Françoise Dolto. La studiosa francese afferma che nel racconto dell’annunciazione a Maria e in quella di Giuseppe è racchiuso un mistero. A questo proposito usa l’espressione “mito”, nel senso che in questo racconto c’è una grande proiezione dei propri vissuti e del proprio inconscio. La nostra mente può essere “fecondata” da un'idea proveniente da un “altro” lontano, senza che neppure si riesca a sapere da chi l'abbiamo ricevuta. Ora, ciò che è vero psicologicamente, non potrebbe esserlo anche spiritualmente ed esistenzialmente? L’angelo dice a Maria: «La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra». Non è in gioco la carnalità di un uomo riconoscibile come sposo, poiché qui è all’opera “Qualcosa di più grande”. La rivelazione del concepimento di Gesù giunge a Maria in stato di veglia, a Giuseppe, invece, durante il sonno, precisamente in sogno. Le potenze creatrici del desiderio di Maria sono deste, vigorose, le potenze del desiderio di Giuseppe sono passive. In altre parole, Maria desidera e sa consapevolmente che attraverso l'intervento dell'angelo concepirà un figlio. Come, non lo sa, ma come ogni donna spera, desidera essere incinta di “un figlio eccezionale”. 

Nel suo caso, c’è il “valore aggiunto” di un’attesa millenaria, il Figlio della Promessa, il Figlio dell’Alleanza Eterna. E Giuseppe che ruolo concreto ha nel concepimento di Gesù? Nessuno: è passivo. Molte coppie vivono l’esperienza dell’impossibilità di appagare sempre il coniuge: c'è ordinariamente una mancanza, uno scarto, un incontro impossibile, una comunione imperfetta. In Giuseppe, però, c’è un atteggiamento più importante, meraviglioso: non c'è niente di “possessivo” nei confronti della sua promessa sposa. In Maria, del resto, non c'è nulla di aprioristicamente possessivo nei confronti del figlio: anzi! Come tutti i fidanzati, essi hanno fiducia nella vita, la accettano e insieme, per cammini diversi, Maria e Giuseppe vivono un grande amore: il bambino che nascerà dalla loro unione non è il frutto di una passione, ma di un amore forte e vero, provato fin dall’origine. Il loro desiderio li oltrepassa, ha di mira l’esistenza del figlio, è sottomesso, ma soprattutto è affidato alla Parola di Dio, al suo mistero d’amore. Questi fidanzati hanno affidato la loro vita, il loro destino alle Scritture! Proprio per questo sono una coppia esemplare, affidabile, una coppia che vive di “parole” piene e forti e dunque di vera relazione. A Giuseppe nel sonno viene detto: «È incinta del figlio di Dio, non abbandonarla». Quanti pensieri, dubbi, affetti nel cuore di quest’uomo giusto, che certo desiderava diventare padre, ma non poteva immaginare delle modalità così inedite! Eppure, Giuseppe diventa padre. Spesso si fa confusione tra padre e genitore. Al maschio bastano tre secondi per generare, tutt'altra avventura è diventare padre! Essere padre è dare il proprio nome al bambino, provvedere al suo sostentamento a prezzo del proprio lavoro, è educarlo e istruirlo, chiamarlo a un “di più” di vita. 

Tanto meglio se il padre è anche genitore, anche se in fondo i padri si sentono sempre, in qualche misura, adottivi. Ai nostri giorni abbiamo l’esame del DNA per fugare i dubbi sulla paternità, ma storicamente il padre ha sempre dovuto, in qualche modo, “adottare” il proprio figlio, fidandosi della moglie, dal momento che è ben più immediato e certo il rapporto tra il figlio e la madre! Perciò, questa coppia straordinaria ci aiuta a scoprire che cosa sia la profondità di un incontro, tra ogni uomo e ogni donna, che si amano. Maria è vergine e nello stesso tempo madre: che significa in profondità tutto questo? Per ogni figlio, “abitante” dell’utero materno, la madre è solo sua. Egli saprà dell'esistenza dell'uomo di sua madre solo quando avrà acquisito la facoltà di udire, vedere e distinguere le forme di coloro che la circondano, dei quali riconosce via via la voce. Per ogni figlio, in questa relazione così forte, immaginata e vissuta come esclusiva, la madre è la vergine di cui si appaga il suo desiderio di possesso. Verginità dunque come intatta e totale disponibilità: lei è solo per me! Maria rappresenta anche questo: un'immagine, una metafora della perfetta disponibilità. Giuseppe è un uomo straordinario, poiché aveva già accettato nel suo inconscio di allevare questo bambino. Tutto sembra completamente illogico e surreale nella Sacra Famiglia: eppure essi vivono una vita del tutto quotidiana, condizionata da mille necessità, ansietà, decisioni da prendere per sopravvivere. Partono per l'Egitto, affinché Gesù sfugga al massacro perpetrato dai soldati di Erode, non sono ricchi, anzi sono umili e molto poveri. Al contrario però dimostrano di avere una grande ricchezza: un misterioso lume acceso sul cammino, spesso impervio della loro vita, perché sapranno, per questo amore, prendersi cura uno dell’altro e agiranno per il bene del loro piccolo, secondo il massimo dell'intelligenza della carne e del cuore.
 (DON UMBERTO COCCONI)

sabato 20 dicembre 2014

LOTTERIA BENEFICA ANSPI CROCETTA ANNO 2014 ELENCO BIGLIETTI VINCENTI



1° PREMIO WEEK END PER 2 PERSONE BIGLIETTO N° 1608

2° PREMIO TELEVISORE SAMSUNG 22'' LED '' '' 2002

3° PREMIO BICICLETTA UOMO DONNA '' '' 3044

4° PREMIO NAVIGATORE TOM TOM '' '' 1429

5° PREMIO OROLOGIO BREIL '' '' 2000

6° PREMIO MACC. FOTOGRAFICA SONY MOD 710 '' '' 4807

7° PREMIO FERRO A STIRO A VAPORE ''ROWENTA'' '' '' 262

8° PREMIO I POD SUFFLE APPLE '' '' ….......... 15

9 PREMIO BRAUN MINNIPIN X CUCINA MR 530 '' '' 5572

10°PREMIO CELLULARE SMART PHONE ''SAMSUNG'' '' '' 3718

11°PREMIO CENTRIFUGA ''KENWOOD'' MOD JE 356 '' '' 6825

12°PREMIO PHON ''IMETEC'' '' '' 1196

13°PREMIO PESA PERSONA ''LAICA'' – PS4010 '' '' 2895

14°PREMIO OROLOGIO DA PARETE ''BINO'' '' '' 6483

15°PREMIO TELEFONO DA CASA FISSO ''BRONTI'' '' '' 6350


ESTRAZIONE EFFETTUATA IL 16 DICEMBRE 2014 ALLE ORE 17,30 ALLA PRESENZA DI UN UFFICIALE DELLO STATO CIVILE DEL COMUNE DI PARMA COME PREVISTO DALLE NORME VIGENTI.

PER INFORMAZIONI TELEFONARE A GIANCARLO CELL 348 - 8977587

PARMA, 16 DICEMBRE 2014 


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"Il Pagéli di Crozè in djalètt Pramzàn" Napoli Pärma 2-0. Testo pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 20 dicembre 2014.




Testo in dialetto parmigiano
Napoli Pärma 2-0


Mirànt séz : l’aria äd ca' la t’à fat fär il prìmmi tri o cuator parädi dal campionät, mo la ’n t’à mìga impedì äd ciapär ätor du gol: al portér pù batù d’Europa n’é mìga ch' al sia un gran biljètt da vizita

Santacróza zéro : al pär un Ciao sénsa märci, sémpor ch' l’andadùra, mäj un cuelètt in pù, sénsa maròlla (midollo) sénsa grénta, sénsa njénta

Lucaréli zéro : mo blizgär in-t-l’asjón dal prìm gol ti e Santacróza no ? ecco vùnna dil diferénsi da l’an' pasè a st’an' ( óltra a òt titolär lasè andär via, ch' la sia ciära ch’ la còza chi ) l’é la mancansa äd grénta e fiducia che tutt il vòlti la fa fär un patatràch

Palètta zéro : da déz a zéro, va bén che l’intarvént ch'a t’é fat al n’é mìga stè cme cavär n’òngia incarnäda, mo o al stilista äd l’Errea st’an' l’à tirè fóra dil linei insensädi o ti a t’é mìss su sìnch chilo da màg ; at' pär Casàn cuand l’éra a Madrid dailà

Gobbi zéro : che brutt momént Massimo ! srà rivè l’ora äd pensär a un bél cors d' alenadór a Coverciàn ? parchè sinceramént at' pär rivè mìga ala frùta, ormäj at' si rivè a strisiär la cärta äd credit par pagär al cont, a spér äd zbaljär parchè t’al sé ch' a té stìmm bombén mo la cärta d’identitè l'a n’torna mäj indrè

De Ceglie zéro : prezénsa inezisténta, lentèssa esasperäda e cme tutt i tò compagn mòl cme 'n bodén ! dal so pärti j’avarsäri is' divertìsson pù che ai baracón

Mauri sètt : ancòrra 'na volta al ragasén l’é al pù lùccid, al pù madùr, al pù grintóz, col ch’al né mòla mäj ; chisà cme l’é ch’la fòla chi ??

Galòpa séz : partida dòpa partìda al biónd al mètta su un po’ pù äd gamba e fiducia, il do o trèj zugädi decorózi jerdlà j’én gnudi dal so pè anca se la sträda l’é ancòrra lónga e in serja A a sarvìssa n’ätra velocitè

Acquah zéro : basta dir 'na còza par spiegär tutt al campionät äd còll ragas chi : cól fizich ch’al gh' à al dòvrìss vivor äd prepoténsa, invéci jerdlà l’à buschè da Gargàn ch' l’é la metè äd lù par novanta minud ! el ciär al concét ??

Casàn zéro : dòpa la valiza second mi l’é béle pront anca al trolley ; e a dirla tutta al farìss ätor che bén a scapär da 'na situasjón che ciamär bùffa l’é dir poch

Palladén zéro : n’é mìga che dòpa la partìda té t' férmi lì p'r il fésti e magàra at' cat 'na scuadrètta anca ti ch' at' si bél còmod a ca' ; sariss un gran regal äd Nadäl par tutt ! un pensér gh’al farìss, mètta in moto al tò procuratór dai dai

Donadón zéro : eh Mìsster, cuand al pärla äd fiducia al mé fa gnir vója äd cridär, parchè al prìmm ch' a né gh' crèdda mìga l’é pròprja lù; artòrn’a dir, tirär avanti a cla manéra chi l’é 'na còza trìssta bombén, sarìss pròprja méj fär fagòt e avguri a lù e a tutt, ansi a cuäzi tutt
AVANTI CROCIATI
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(Testo di Crociato 63)
(Correzione ortografica a cura di Enrico Maletti)


venerdì 19 dicembre 2014

DALLA COMPAGNIA "I BURATTINI DEI FERRARI" RICEVIAMO E PUBBLICHIANO


FOTO DI 
ENRICO MALETTI

La Compagnia I Burattini dei Ferrari
Augura Buon Natale e Felice anno nuovo
*********
è lieta di invitarVi 
al Museo Giordano Ferrari - il castello dei burattini 
via Melloni, 3 - Parma
www.castellodeiburattini.it
Venerdi 26 dicembre 2014 - ore 15.30
" Bargnocla’s day”
Sabato 27 dicembre 2014 - ore 15.30
" La prova”
Vi aspettiamo
Daniela & Giordano

giovedì 18 dicembre 2014

Rassegna dialettale al TEATRO COMUNALE DI SISSA. Sabato 20 dicembre La Compagnia del Teatro Comico Parmigiano "Nuova Corrente"


COL PATROCINIO DEL COMUNE DI
SISSA - TRECASALI



La Compagnia del Teatro Comico Parmigiano
NUOVA CORRENTE”
Presenta


Sabato 20 Dicembre 2014 - ore 21.00

Teatro Comunale Sissa


èt volsù la biciclèta?... adésa

 pedäla”

Tre Atti di ALDO PESCE

INGRESSO Eu 5.00

IL BLOG DI "PARMAINDIALETTO" SEMPRE ATTENTO ALL'ORTOGRAFIA DEL DIALETTO PARMIGIANO PUBBLICA QUESTA LOCANDINA COME GLI E' STATA SPEDITA E DECLINA LA RESPONSABILITA' DELL'ESATTE SCRITTE IN DIALETTO PARMIGIANO


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IO PARLO PARMIGIANO TOUR "DAGH UN TAJ", Osteria del Natale, PALANATALE FORNOVESE. OSPITI ENRICO MALETTI, HENRY ROTELLI E RINO CERONTE. FOTO DELLA SERATA


FOTO DI CRISTINA CABASSA
CLICCA SULLE FOTO PER INGRANDIRLE

HENRY ROTELLI, RINO CERONTE ENRICO MALETTI 
OSPITI DELLA SERATA DELTOUR "DAGH UN TAJ" 
FOTO DI GRUPPO FINALE DELLO SPETTACOLO
ANCHE UN "SELFIE" 
CON BAROZ; ROTELLI, MALETTI, LUCA E MIRKO
RICO MENTRE DOPPIA IN DIRETTA 
 BAROZ MENTRE DOPPIA IN DIRETTA 
HENRY ROTELLI E ENRICO MALETTI
LUCA CONTI E ENRICO MALETTI

LE RAGAZZE DI RINO CERONTE 
CON LUCA CONTI E MIRKO LERAGHI
RINO CERONTE E LE SUE RAGAZZE DURANTE UBA SCENETTA
HENRY ROTELLI
RINO CERONE CON BAROZ E RICO
HENRY ROTELLI E ENRICO MALETTI 
NEL FINALE DELLA SERATA
IL PUBBLICO
                                                             IL PUBBLICO

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L'associazione FIAB-PARMA Bicinsieme per ricordare l'ennesima ciclista uccisa posizionerà sabato 20 alle 17 una ghost bike in Piazza Garibaldi che poi sarà portata alle 19 in Via Zarotto sul luogo dell'incidente



E' il modo silenzioso con cui l'associazione chiede ancora una volta all'amministrazione comunale provvedimenti forti per aumentare la sicurezza degli utenti deboli e prevenire incidenti in città.  Il limite dei 30 km/h non è più rinviabile. E' un provvedimento a costo zero che può salvare vite umane.

L'associazione FIAB-PARMA Bicinsieme durante il presidio in P.za Garibaldi tra le 17 e le 19  promuoverà l'operazione:

 Essere un ciclista "illuminato" salva la vita

Saranno disponbili dei kit per "illuminarsi" (costo consigliato 10 euro comprendente un giubbetto ad alta visibilità, due lucine e  una fascia riflettente) .  Regalarsi e regalare un pò di luce per essere sempre ben visibile anche di giorno quando si va in bici vuol dire prevenire gli incidenti. 

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martedì 16 dicembre 2014

La Commissione dei Lions emiliani “Onore al Tricolore”, che ha come rappresentante di Parma Donato Carlucci del Lions Farnese. si è recata a Trieste per ricordare l’ottobre 1954. Tra gli ospiti dei Lions era presente il cav. Alessandro Ghidini, delegato provinciale ANIOC.


La Commissione dei Lions emiliani “Onore al Tricolore”,  che ha come rappresentante di Parma Donato Carlucci del Lions Farnese, si è recata, per alcuni giorni,  a Trieste per  ricordare l’ottobre 1954, quando, dopo l’occupazione tedesca dal 1943 al 1945, quella del maresciallo Tito del maggio-giugno 1945 ed oltre 9 anni di amministrazione “libera” Alleata, in seguito alla sottoscrizione a Londra di un memorandum, la città giuliana tornava all’Italia. Accolti in Comune i componenti hanno consegnato il 1° Tricolore e donato i gagliardetti dei propri Club Lions. Tra gli ospiti dei Lions era presente  il cav. Alessandro Ghidini, delegato provinciale ANIOC.

IN COMUNE CONSEGNA DEL PRIMO TRICOLORE
CONSEGNA GAGLIARDETTO PARMA FARNESE
CONSEGNA GAGLIARDETTO PARMA DELEGATO ANIOC

Non poteva mancare la visita a Miramare, con consegna del gagliardetto di Parma Farnese all'arch. Walter Routher, che seppur giovane era presente ai tempi dell'occupazione Titina ed "Alleata", figlio dell'ufficiale di Cavalleria Italiana nominato dagli Alleati rappresentante della popolazione triestina nella Polizia, per cui a conoscenza di molte notizie, episodi e "verità" poco note, anche relative a Miramare, che all'epoca frequentava.



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"Il Pagéli di Crozè in djalètt Pramzàn" Pärma Cagliari 0-0. Testo pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 16 dicembre 2014.




Testo in dialetto parmigiano
Pärma Cagliari 0-0

Mirànt zéro : mìga par la partìda, parchè ( par fortón’na vìsst la média äd st’ an' ) a ’n t’é rivè gnanca un tir, mo parchè anca sa t' si infortunè in curva a sé gh' va magàra cój Boys a Palèrom e mìga a ca' tòvva cój tò amigh

Santacróza séz : cuand la bala la riva a lù la pär 'na balén’na magica äd còlli ch' a s' catäva in-t-il machinètti cuand a s’éron putén, la tàca a rimbalsär dapartutt ch' a ’n gh’é mìga manéra äd stopärla 'na volta !

Lucaréli séz : 'na tensjón ch' at' la tàj cól cortél, as' vèdda lontan un chilometro ch' at' trèmma il gambi dala paura äd zbaljär, mo anca l’ùltim a molär cme sémpor, vèrs la fén t’é provè adritùra a fär la pónta con la forsa ädla disperasjón

Costa séz : mi a tórn a dir che la tésta cuädra in méza a 'na diféza decoróza al farìss la so sporca figura; codìggn al giùsst, fizicamént al gh’é tutt, i pè j’ én còj ch’j én, cuädor anca lór cme la tésta mo da lù a né s' preténda mìga dil penlädi, a gh' n’é 'basta ch’al zgròssta

De Ceglie sìncov : Raimondo, a paräva ch' at' corìss insìmma ai bräz cme Mino Damato o ch' at' gh’ avìss la salmonéla ch' at' tocäva còrror cól gambi strìcchi e strìcch tutt al rést, par färla curta intrégh cme Pinocchio

Palètta déz : bentornè Paletón ; l’é dura eh ? dura bombén ! A gh' vrèmma provär fin in fónda e po’ cme la srà la srà ? al coràg' al sèmma tutt ch’ al né t' manca mìga elóra parchè no ??

Rispoli séz : al gh' à pù la mìssa da culturìssta che da zugadór äd balón, in pù i so compagn i gh' àn tanta conisjón ch' i gh' dan déz volti adrè fila al balón in profonditè, cól risultät che dòpa vint minud povrètt al s' tiräva 'drè il gambi cme vón äd novantasìnch an' e cuand po’ al riväva a crosär la bala la fnìva regolarmént in curva

Lodi zéro : in-t-al tornär a ca', al me amigh ( e sponsor ) Cristian Bartòs al m’ à dìtt : “mo ti cme fät a fär la pagéla a Lodi ch' a né s' sa gnanca s' l’ é in camp ?” ecco, a farìss sénsa zontär njénta a còll ch' l’à dìtt Cristian, invéci còll dòppi ciocamént äd man e al “bravi” vèrs la curva ch’ la fis'ciäva té t' mérit anca la lode, si a l’arvèrsa però ! no parchè a vrìss capir co' t’ in véna ancòrra a ti ? mi fariss 'na béla cóza próva a sarcär 'na scuädra dòpa Nadäl ch' l’é méj par tutt, in méza al camp l’à “fat a bòti” con Conti ch' l’é al pù bón e pù espèrt dal Cagliari, e cme mìnnim l’à fat a päri ; purtrop starèmma a vèddor incó ( martedì ) mo a Pärma bón cme l’é al gharà la vìtta curta

Galòpa séz : zugadorén educhè, inteligént in camp, tecnicamént tutt a post, purtrop al gh' à 'na cadénsa ch’ al pär “Tonino” Mora, centräl dal Barbianello di témp d’or, anca cme ténta di cavjì ( e adésa s’ al léza al giornäl al me telefona sicur )

Acquah cuàtor : l’an' pasè fòrsi la pù béla sorpréza äd 'na scuädra meraviljóza, st’ an' vùnna dil pù grosi deluzjón sl’ é véra cme l’é véra ch ’al fa la panca a di zugadór lì in méza che con còjj äd l’an' pasè i’ n' én gnanca parént

Casàn cuàtor : Fantantonio, ‘na partìda con la valìza in màn e i càmjo ädla Giovane sòtta a ca' ! spér äd zbaljär parchè con ilj àrî ch' a tira vón bón cme ti prìmma d’arvèddrol ancòrra a Pärma a fagh óra a morir, mo purtrop a gh' ò la sensasjón ch’ la srà acsì elóra a podèmma stacär la spén’na dabón

Palladén zéro : con chilù a 'n väl gnanca la péna strolgär dil còzi tròp spiritózi elóra Paolo Grossi at' pòsja copiär sècch ?? Palladino : inùttil, punto

Donadón zéro : Mìsster, a forsa äd ras'ciär al fond al baril al s’é imbuzì : mo Palètta al post äd De Ceglie l’é stè par diféndor äl parègg' ? Ch' al s’al spiéga par piazér parchè nisón al l’à capida, mo a pärta tutt a ’n sarìss mìga al cäz äd ringrasjär ( ringrasjamént ricambiè a gh' mancarìss ) e där il dimisjón ! parchè sèmma tutt d’acordi che con ch’ la scuädra chi a né s' salvarìss gnanca Ancelotti o Mourinho mo chi la confuzjón ormäj l’é totäla e cuand l'é acsì un sjòr al da il dimisjón e amigh cme prìmma !
AVANTI CROCIATI
(Testo di Crociato 63)

(Correzione ortografica a cura di Enrici Maletti)