"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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“Parmaindialetto” è nato il 31 luglio del 2004. Quest’anno compie 16 anni

“Parmaindialetto” l’é nasù al 31 lùjj dal 2004. St’an’ al compìssa 16 an’

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sabato 31 gennaio 2015

IL VANGELO DELLA DOMENICA: COMMENTO DI DON UMBERTO COCCONI


IL VANGELO DI DOMENICA 1 FEBBRAIO 2015
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. (Vangelo secondo Marco)

Una volta tanto èil caso di credere a quello che lo spirito immondo sta insinuando, davanti a tutti coloro che sono nella sinagoga di Carfarnao. Paradossalmente sta dicendo la verità: Gesù è venuto davvero a “rovinare” le forze che vogliono il male del mondo e a dividere il bene dal male. E la salvezza,che il profeta di Nazaret donerà all’uomo, starà proprio nel renderlo consapevole delle menzogne, sulle quali ha costruito la propria vita. Per quanto sembri assurdo, possiamo supporre che esista un’alleanza di fatto, un’intesa tra i “maestri della religione” e satana,  con un unico intento: quello di schiavizzare l’uomo. Con il suo insegnamento, Gesù sta smascherando proprio questo intrigo perverso, in quanto coloro che dicono di combattersi sono invece complici, nel tenere l’uomo “prigioniero” dei precetti religiosi e allo stesso tempo della paura di Dio. Da una parte l’individuo è chiamato a osservare la legge se vuole essere puro davanti a Dio, dall’altra parte è la stessa legge a condannarlo, perché gli ricorda la sua impurità e crea così un insano collegamento tra fede e paura della punizione. Quello che il maligno non vuole è che l’uomo senta e creda che Dio lo ama. Il senso profondo delle parole “Sei venuto a rovinarci?” svela pertanto l’impostura, sulla quale è costruita l’impalcatura della religione. Anche il fatto che questo “spirito immondo” parli al plurale vuol dire, che non solo parla per se stesso, ma anche per conto di altri: sono tante, infatti, le realtà che congiurano per rendere schiavo l’uomo e, in questo caso, le più evidenti vengono proprio dai detentori del potere religioso. Con il suo insegnamento, Gesù sta svelando una verità nascosta, che fa davvero paura al mondo! Ci sono personaggi che lo considerano una minaccia totale,perché questo rabbì, fuori dagli schemi, sta minando la loro credibilità, la loro presa sulle folle, il loro potere sulle masse.

 Ecco perché si oppongono con tutte le forze a Gesù, anche a costo di rivelarne, subdolamente, l’identità nascosta: egli è «il Santo di Dio». Come franchi tiratori vogliono bruciare la sua “candidatura”, grazie a questa mossa che parrebbe controproducente. Pensano infatti che, rendendo pubblica l’identità di Gesù, la gente avrebbe potuto aspettarsi da Lui “delle soluzioni” ai loro svariati problemi e poi ne sarebbe rimasta delusa a tal punto da rifiutarlo violentemente. Non si può dire che queste forze diaboliche non abbiano fatto bene i loro conti!Stiamo esagerando, con questa lettura? Eppure, non possiamo non tener conto della reazione della folla,di fronte alla novità dell’insegnamento di Gesù: c’è stupore, c’è meraviglia, perché egli insegna con autoritàCome ha sottolineato René Girard, la “dottrina nuova insegnata, con autorità” da Gesù di Nazaret, mette allo scoperto l’ingranaggio della violenza, che si nasconde dietro i riti, e non solo: attraverso la sua parola, egli mette definitivamente in crisi il sacro istituzionalizzato e il sacro in quanto collegato strutturalmente alla violenza. Gesù sta decretando la fine della religione, come l’umanità l’ha vissuta dalla notte dei tempi! Scrive Girard: «Gesù è l’ultimo e il più grande dei profeti, colui che li riassume e li trascende tutti, e si rivela quale il profeta dell’ultima possibilità, che è la migliore. Con lui si produce uno spostamento minuscolo e nello stesso tempo gigantesco,quale prolungamento diretto dell’Antico Testamento, ma anche una rottura formidabile con l’Antico. È l’eliminazione completa, per la prima volta, del sacrificale, è la fine della violenza divina, è la verità di tutto ciò che precede, finalmente “esplicitato”,che esige una conversione totale del modo di vedere, una metamorfosi spirituale senza precedenti, nella storia dell’umanità». 

“La dottrina nuova” di cui ci parla l’evangelista Marco, che stupisce le folle, non è altro che la denuncia dell’assoluta estraneità del divino alla violenza. Ricordiamo le parole di Gesù: “a chi ti percuote sulla guancia destra tu porgi anche l’altra”? E’ un diktat paradossale: come si può porgere l’altra guancia a chi ti percuote? Eppure, solo un comportamento come questo può interrompere il circuito della violenza e fermarla; solo uscire dalla logica dell’“occhio per occhio, dente per dente” può introdurci in un altro registro di giustizia. Rispondendo alla violenza con la mansuetudine, il cristiano obbliga chi è violento a venire allo scoperto, a mostrarsi per quello che realmente è: un malvagio “impuro”e “immondo”, come l’insidioso spirito descritto nel testo di Marco. La luce del vangelo illumina la notte oscura della violenza e le tenebre della morte,che tengono l’essere umano in ostaggio della sua stessa aggressività. Grazie alla parola di Gesù e alla forza della sua testimonianza, il male viene disarmato dall’amore. Se la violenza è il male in tutta la sua nudità, “allo stato impuro”, Gesù è la bontà allo stato puro, ossia l’amore fatto carne e sangue. Con la sua vita, il “Santo di Dio” testimonia e narra l’amore del Padre, la paradossale potenza di un Dio che dirime il conflitto assoluto e dona la pace e la concordia. Donando la sua vita, Cristo ha veramente spezzato la potenza devastatrice del mimetismo violento: per questo motivo, seguire “il Santo di Dio” significa rinunciare alla violenza. Nella vita dell’uomo di Nazaret si delinea la figura del servo sofferente, vaticinata dal profeta  Isaia, come incarnazione della diaconia perfetta. Gesù, infatti, da servo sofferente qual era, non si è mai sottratto alla responsabilità nei confronti dell’umanità, vivendo fino in fondo il suo “essere per l’altro”, manifestando una totale compassione per la condizione umana: epifania del divino nella storia. 
(UMBERTO COCCONI)

venerdì 30 gennaio 2015

Foto stòrica äd l'an' scolàstich 1960 / 1961, a l'Istitùt San Bendètt. FOTO E TESTO PUBBLICATO SULLA GAZZETTA DI PARMA DEL 30 GENNAIO 2015


(TESTO IN DIALETTO PARMIGIANO)

La foto l'é städa fata in-t-al cortil äd l'Istitut Salezjan S. Bendètt. Il clasi j' én dal bas vèrs l'älta, i pù giòvvon 5° elementära e via andär in su 1° 2° 3° médja äd cl' an' lì. Mi, j äva déz ani a s'éra in cuinta elementära, a són al tèrs da sinìsstra ädla prìmma fila in bas con il gambi incrozädi. In-t-la foto a gh'è cme insegnànt don Dof, prof. Viggiano, prof Bertè, don Marchesi, don Macchi, l'alóra diretór äd l'istitut don Zagnoli, don Rosina, don Razeto, don Novellini, don Griffanti ciamè da tùtti (il Griffo), don Balducci, Fra i ragàs as' riconòssa; Claudio Salvarani (fjól dal re dìll cuzén'ni Renzo Salvarani), e tant ätor cme Mario Bertoli, Bruno Zuelli, Negri, Marco Zanichelli, Fabrizio Campioli, Walter De Nicolò, Gianni Cavalieri, Roberto Beretta, Ruggero Pirondi, Paolo Piancastelli, Piergiacomo Boni, Luigi Fava, Enzo Chiari, Franco Incerti, Mingazzini, Giovanardi, (che so pädor in ch'l'an' li l'à véns i sént miljón äla lotarìa Italja), Fabrizio Pezzani, Schivazzappa,  Pellegrini, Raimondo Pinetti e tànt ätor ch'i s' conosràn in-t-al vèddor la foto. Fra i ragàs äd térsa médja äd cl'an' li,as' riconòssa còll che incó l'é don Giampietro Poggi pàroch ädla céza äd Santa Cróza e presidént äd l'ANSPI provinciäla äd Pärma. Cla foto chì l'arcòrda che sabot 31 znär l'é l'anivarsäri ädla mòrta äd San Giovanni Bosco fondatór di Salesjàn, e che st' an' 2015 l'é al bicentenäri ädla nasita dal stés don Bosco.
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(TESTO IN ITALIANO)
Foto storica dell' anno scolastico 1960 / 1961, a l'Istituto San Benedetto.

La foto è stata scattata nel cortile dell'istituto Salesiano San Benedetto. Le classi sono dal basso verso l'alto, i piu giovani 5° elementare e via andare in su 1° 2° 3° media di quell' anno. Io avevo dieci anni ed ero in quinta elementare, sono il terzo da sinistra della prima fila in basso con le gambe incrociate. Nella foto si riconoscono gli insegnanti; don Dof, prof. Viggiano, prof Bertè, don Marchesi, don Macchi, l'allora direttore dell' Istituto don Zagnoli, don Rosina, don Razeto, don Novellini, don Griffanti chiamato da tutti (il Griffo), don Balducci, Fra i ragazzi si riconosce; Claudio Salvarani (figlio del re delle cucine Renzo Salvarani), e tanti altri come Mario Bertoli, Bruno Zuelli, Negri, Marco Zanichelli, Fabrizio Campioli, Walter De Nicolò, Gianni Cavalieri, Roberto Beretta, Ruggero Pirondi, Paolo Piancastelli, Piergiacomo Boni, Luigi Fava, Enzo Chiari, Franco Incerti, Mingazzini, Giovanardi, (il quale suo padre in quell' anno vinse il primo premio della lotteria Italia), Fabrizio Pezzani, Schivazzappa,  Pellegrini, Raimondo Pinetti e tani altri che si riconosceranno nella foto. Fra i ragazzi di terza media di quell'anno, si riconosce quello che oggi é don Giampietro Poggi parroco della chiesa di Santa Croce e presidente dell' ANSPI provinciale di Parma. Questa foto ricorda che sabato 31 gennaio é l'anniversario della morte di San Giovanni Bosco fondatore dei Salesiani, e che quest'anno, 2015 è il bicentenario della nascita dello stesso don Bosco.



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martedì 27 gennaio 2015

LUNEDI 2 FEBBRAIO 2015 ore 21 SALA CIVICA BIZZOZERO VIA BIZZOZERO 15, PARMA. LA SICUREZZA STRADALE E IL NUOVO CODICE DELLA STRADA.


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Sabato 31 gennaio, alle 17.00 in Rocca Sanvitale di SALA BAGANZA presentazione del romanzo "PASSATI INTRECCI" del giornalista Parmigiano/Piacentino Matteo Billi


Incontro con l'autore...Sabato 31 gennaio, alle 17.00 in Rocca Sanvitale, tutti invitati alla presentazione di “PASSATI INTRECCI”, il giallo d’esordio del giornalista Matteo Billi. Un romanzo che fa viaggiare il lettore tra la storia, l’arte e i sapori di Emilia, Veneto e Trentino


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"Il Pagéli di Crozè in Djalètt Pramzàn" Pärma Cesena 1-2. Testo pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 27 gennaio 2015.




(Testo in dialetto Parmigiano)
Pärma Cesena 1-2

Mirànt zéro : du tir du gol l’é véra, mo mäj che st’ an' a sucéda “du tir do parädi”; ogni tir un gol, l’é 'na tortura, 'na gnòla che ormäj l’é n’ älpa (incubo) che putrtop al gh' à da durär fin a màg'

Casàn zéro : purtrop la condisjón dòpa n’infortùnni acsì pezànt la cäla da fär paura dòpa un pär äd partidi ala granda…. L’é 'na légia cuäzi matematica, e purtrop cuand l’artornarà in forma chisà mäj indó srà còll Pärma chi, forsi a zugär col Fontanlè

Costa zéro : in grosa dificoltè jerdlà, e si ch’ al gh’ äva davanti l’atach pù balord ädla sèria A ( dopa col dal Pärma naturalmént ) ; po’ dòpa ch' l’à ciapè 'na ghéga in-t-al spìgh al né gh' à pròprja pù capi njént !

Palètta zéro : Paletón väl al stés discors fat par Casàn, zò 'd corda dòpa ch' l’é artornè da l’infortùnni, in pù a s' sénta che la protestjón dal centorcàmp al n’é mìga còll äd l’an' pasè, insòmma anca Paletón l’é 'drè fogär cme tutt in còll tsunani chì, mäj vìsst prìmma

Gobbi zéro : Massimo, pù che ala fruta a sèmma al cont ah ? e mi ch' a gh' ò un rispét totäl par ti parchè at' si un profesjonìssta e n’ òmm ezemplär a gh' ò un magón a dirtol che ti a ’n t’é gnan davìz, có vót mäj, a spér ch' at' pos artornär a Pärma cme dirigént, però con n’ätra socetè parchè chilór un galantòmm cme ti i ’n s’al mériton mìga sicur !

Varela séz : oh però, chilù ala bala al gh' é da äd ti dabón ! la prìmma impresjón l’é ch’ al sia anca pù fum che aròst, però alméno vèddor vón ch' al sälta l’òmm e ch’ al mètta di béi balón in méza con ch' ilj àrjj ch' a tira l’é béle cuél

Nocerino cuàtor : seconda partida e al pär béle andè in-t-la sòvva : “efét Pärma”, 'na volta izola felice, adésa la pär Alcatraz, 'na colonia punitiva !!!

Lodi zéro : i m’ àn dìtt ch' at' patiss bombén il mè pagéli ; no mo có dit dabón ? elóra próva a cambiär märcia ch' a né s' sa mäj che dòpa tutt il critichi a pòsa rivär un cuälch bél vót ( un pär j’én rivè mo cära al me ragas, mi a 'n fagh al scont a nisón, a ’n son mìga l’Esselunga e gnan la Coop )

Mauri séz : pòvor ragas, a gh' tòcca cantär portär la cróza e provär anca a fär gol ! a dezdòt ani béle al fat ch’ al sia sémp'r al pù lùccid ädla so scuädra l’é 'na gran còza, còsste chi l’é un ragas che a Pärma al durarà poch bombén con la crozäda adòs, fòrsi da cuand a vén fóra ch’ il pagéli chi al né riva gnanca ala fén ädla stmana

Rodriguez sètt : ezòrdi coj barbiz, ch'l’ é bón l’ al vèdda anca n' orbén, la còza che però la m’ à impresjonè mo primma 'd tutt dè fastìddi un bél po’, l’é ch' l’à cors pù lù ch' al n’äva ancòrra zughè 'na partìda intréga in stagjón che tutt al rést ädla scuädra mìssa insèmma ; a bón intenditor, Mìsster……

Palladén zéro : mo né gh' sarà gnanca un mat ch' a s’al porta a ca' andär ala fén äd Znär ? al viàz a gh' péns mi, machina, gazòli, autosträda , un camogli 'na coca média e un cafè a l’autogrill a gh' ja mètt mi valabén ??

Casàn déz : opinjón parsonäla, l’à fat benìssim a bàtor càsa, po’ l’é stè l’ùnnich ( sùbbit ) andär sòtta la curva jerdlà e l’é còll ch’ al gh’à mìss la facia davanti a tutt fin da l’inìssi äd l’an', in camp e fóra; e a né s' capìssa mìga cme mäj 'na socetè che in pratica la n’ezista mìga la gàbia avù al corag' äd mèttrol fóra róza e po’ convochè listés mandè in panchén'na e po’ fat zugär ! 'na comica che però, purtrop, la fa cridär invéci che rìddor

Donadón zéro : Mìsster tutt còll ch' a vrèmma, mo vèddor du zugadór apén’na rivè con pochi partidi in stagjón chi corävon al dòppi äd còj ch’j én chi e i zugon da l’inìssi äd l’an' al la dìz lónga su tutt ! preparasjón, convinsjón, motivasjón, tésta, vója ecc ecc; dòpa du an' e méz meraviljóz fòrsi sarìss rivè al momént äd ringrasjär e artornär a ca', anca sa so parfetamént che la colpa principäla a gh' l’à cualchidón ätor e anca col càmbi d’alenadór a 'n cambiarìss pròprja njént

AVANTI CROCIATI
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(Testo di Crociato 63)
(Correzione ortografica a cura di Enrico Maletti)

domenica 25 gennaio 2015

IL VANGELO DELLA DOMENICA: COMMENTO DI DON UMBERTO COCCONI.


IL VANGELO DI DOMENICA 25 GENNAIO 2015

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. (Vangelo secondo Marco).

Che cosa avrà mai spinto Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni a mettersi al seguito dell’Uomo che passava quel giorno lungo le rive del lago, mentre erano intenti alle loro attività? Avevano lasciato i loro affetti e le loro sicurezze, il loro mondo materno, e anche quello paterno, rappresentato da Zebedeo. Che cosa avrà reso possibile questo loro “lasciare tutto”? Li avrà o no attraversati il dubbio di compiere una pazzia perché stavano proprio giocandosi tutto?! Chissà se le cose sono andate letteralmente così, come Marco ci racconta, oppure se questo è un racconto che porta in sé una verità, su ciò che la chiamata di Gesù comportava e richiedeva: un distacco da tutto e da tutti, seguito dalla la scelta di seguire lui solo e nessun altro. Un racconto soprattutto simbolico, dunque, una parabola sulla sequela di Gesù. Eppure, l’evangelista ci descrive un Gesù che si muove, che prende l’iniziativa, che passa, che guarda, che parla a uomini reali con una loro storia. Non possiamo pensare che questa pagina di Vangelo non abbia anche un fondamento concreto e visualizzabile. La scena si svolge lungo il lago di Genezaret, detto anche Tiberiade o “mare di Galilea”. Sulla riva, e nelle vicinanze, ci sono vari gruppi di pescatori: chi sta per gettare le reti, probabilmente non al largo, chi è intento a ripararle e riordinarle, seduto nella barca, forse tirata in secco o ancorata vicino alla costa. Tutto sembra “normale” e il giorno è uno come tanti altri. Eppure, proprio in questo scenario tranquillo, si scatenerà una tempesta, non sul lago, ma nei cuori dei “chiamati”: nuova navigazione in vista, per loro, nuova pesca e nuovi approdi! Che cosa avrà mai visto quel rabbì, mentre passava lungo la riva del lago? Che cosa avrà letto nei loro occhi? Il testo dice proprio “Passando”, per descrivere così un’azione colta nella sua durata indefinita. 

Gesù continua a camminare (continua ancora oggi!), prende tempo, osserva, si fa vicino ai pescatori, poi richiama la loro attenzione. Prima di guardare verso l’uomo sulla riva, i quattro amici sono stati guardati e visti da lui nel loro mondo, durante una giornata di pesca. Quell’uomo vede nel profondo, sa leggere i loro volti, le loro speranze, il loro desiderio di futuro, di vita, di cose grandi da realizzare. Giovanni il Battista, appena incarcerato e destinato alla morte, ha perso definitivamente la sua libertà personale e la possibilità di battezzare, di chiamare a conversione tutti quelli che incontrava. E proprio allora, Gesù inizia, con decisione, la sua opera di liberatore, cominciando a chiamare i discepoli, nelle strade di Galilea. Quando chiamerà i pescatori, loro lo guarderanno, si volgeranno verso di Lui, vedranno il suo volto, che forse esprimeva un’insolita autorevolezza; sentiranno la sua voce, una voce sicuramente diversa da ogni altra, che li invita a seguirlo. Loro per primi sperimentano cosa vuol dire essere “pescati” da Gesù, liberati dai tanti legami che tenevano ancorata e imbrigliata al palo la loro vita. Cosa può significare infatti la misteriosa espressione: “Vi farò diventare pescatori di uomini»? E’ un paradosso perché pescare un pesce significa “tirarlo fuori” dal suo habitat naturale, per dargli la morte; pescare gli uomini, al contrario, significa tirarli fuori da un’acqua che è simbolo del male e della morte, onde poterli salvare e dare così loro la vita. Gesù sta dunque proponendo di seguirlo, per comunicare la vita a tutta l’umanità! L’appello alla sequela di Gesù annuncia la liberazione dell’uomo da prescrizioni e leggi umane che lo soffocano, per sottoporlo invece al “giogo soave” del Figlio di Dio.


 Certo, mettersi alla sua sequela significa fare determinati passi, che creano stacchi, producono cambiamenti decisivi e irreversibili. Già il primo passo, che segue la chiamata, separa chi si pone alla sequela di Gesù, dalla sua precedente esistenza. E’ questa la prima novità e il primo effetto: la permanenza nella vecchia situazione e l’accettazione dell’invito di Gesù “seguimi” si escludono a vicenda. L’acqua, comunque, nel suo significato simbolico, rappresenta anche l’inconscio, o meglio ancora l’indistinto. Per noi, potrebbe essere l’insidioso “acquario” nel quale siamo immersi senza saperlo. La chiamata di Gesù ci fa uscire dall’acquario di tutti i nostri limiti, di tutti i vincoli che ci rendono meno liberi e meno “noi stessi”. Potrebbe essere il gruppo al quale apparteniamo, il partito nel quale militiamo, oppure tutte quelle realtà omologanti che rendono il nostro io conforme ad agli altri “io”. Quando ci inseriamo nella grande onda della collettività, della “movida”, del flusso di particelle in movimento, il nostro “io” perde la sua singolarità. Questa è l’acqua che ci sommerge: l’uomo che vuol vivere la sua vita dovrebbe cercare di distaccarsi dalle tendenze di massa e cercare di pensare con la propria testa. «Allora essere pescatori di uomini non vuol dire gettate l’amo e poi pescare, ma è emergere da quest’onda di soffocamento che ci minaccia tutti, raggiungere la perfezione della nostra personalità, della nostra individualità e aiutare anche gli altri ad emergere. Il termine del cammino cristiano è l’essere figli di Dio. E Figlio di Dio è colui che ha detto: Io Sono. Dobbiamo essere uomini che sanno dire come Cristo: “Io sono”. Allora emergeremo dall’onda e aiuteremo gli altri a emergere dall’onda» (Giovanni Vannucci). Anche Dietrich Bonhoeffer scrive: «La chiamata di Gesù alla sequela fa del discepolo un singolo». Un singolo, certo, non un isolato: un soggetto vero e proprio, piuttosto, un soggetto libero, capace di relazioni nuove, liberanti e autentiche.

(DON UMBERTO COCCONI)

sabato 24 gennaio 2015

DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015 ORE 16 DODICESIMA EDIZIONE CANTAINSIEME ANSPI PARROCCHIA SAN PAOLO APOSTOLO VIA GRENOBLE 9


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COMUNICAZIONE IMPORTANTE...GIOVEDI’ 29 GENNAIO 2015 alle ore 17,30 nei saloni dell’Oratorio Salesiano di via Saffi a Parma (ingresso da viale Mentana), si terrà un’importante convegno sul tema del“CYBERBULLISMO”





Si comunica che il giorno GIOVEDI’ 29 GENNAIO 2015 alle ore 17,30 nei saloni dell’Oratorio Salesiano di via Saffi a Parma (ingresso da viale Mentana), si terrà un’importante convegno sul tema del“CYBERBULLISMO”.
L’incontro, tenuto da esperti della Presidenza Nazionale, è rivolto ad atleti, allenatori, dirigenti e genitori.
Si raccomanda la massima partecipazione.

OR.SA Parma
Via A. Saffi, 47- 43121 Parma

www.orsaparma.it
tel.: 0521 231065
fax.:0521 381529




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mercoledì 21 gennaio 2015

Circolo ANSPI Crocetta SCOPRIAMO LE BELLEZZE DI PARMA, UN SABATO MATTINA CON LA TUA CITTA' 24 GENNAIO 2015


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Questa sera a TV Parma ore 21,15 “ una serata di grande musica per ripartire “


Questa sera a TV Parma ore 21,15  
“ una serata di grande musica per ripartire “ 
con  l’Andrea Salvini Quintet a supporto della campagna  
“ Una mano per l’Hospice “
organizzata dall' Associazione 
"Claudio Bonazzi per Hospice"
per raccogliere fondi per aiutare 
l’Hospice  Piccole Figlie 
a coprire parte dei costi  derivanti dai danni dell’alluvione





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martedì 20 gennaio 2015

Il Tradizionale Premio S.Ilario 2015 di Parma Nostra in edizione speciale nella prestigiosa Reggia di Colorno presso la scuola di cucina. Il riconoscimento per l’anno 2015, è stato conferito a Albino Ivardi Ganapini, fondatore di ALMA Tgnèmmos vìsst


FOTO DI CRISTINA CABASSA
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"Il Pagéli di Crozè in Djalètt Pramzàn". Pärma Sampdoria 0-2. Testo pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 20 gennaio 2015.



(Testo in dialetto Parmigiano)
Pärma Sampdoria 0-2

Mirànt sètt : almemo t’è evitè äd tirär fóra al palotolier, do béli parädi e anca un bél color äd màja, có é 'drè rivär la Stabilo Boss cme nóv sponsor ?

Rispoli du : déz par la vlontè, mo sa bastìss còlla li mi sarìss stè titolär fiss con la crozäda adòs par trént’ an', mo a pärta còlla lì, du pè e 'na conisjón ch' a s’ in càta äd molt méj a l’Amorini a San Pancràsi o in Via Pelicéli

Lucaréli du : Capitàn, at' pär un po’ Pinocchio, mìga p'r al näz a gh' mancrìss ätor, mo parchè at' pär fat un po’ äd lèggn in còll perìod chi, lént e intrégh e si ch' at' si mägor cme n’ ùss ! magna un po’ pù äd caval pìsst, a Colècc' ala rotonda i gh' l’àn bón bombén, s’ in t’al pägon mìga chi brasén curt lì dìmmol che cuand a vén fóra da l’ufìssi a t’al vén a portär mi e al magnèmma insìmma ala cärta con do mìcchi äd pan valabén ?

Costa du : cl’Eder e còll Berghessio li i parävon in moto ahn ?? i t’ àn spetnè al ciùff, roba che par 'na tésta cuadra l’é péz che robärgh' ì camperos ; brùtta domenica a bjónd ? dai tén dur valà

Palètta du : du + du + du : a fì séz in trì…. Andèmma bén; anca ti l' òmmo i t’ àn fat vèddor la strja chi du là ! porco mond s’ j andävon fort

Gobbi du : eh Massimo l’é dura st’ an', i van tutt pù fort, i rivon zò chi päron al Bagansa st’ avtón, i pòrton via tutt cuant, e domenica dòpa domenica purtrop is' pòrton via anca tutt il speransi

Nocerino séz : d’incoragiamént p'r un zugadór ch’ al m’é sémpor piazù e anca jerdlà l’ora ch' l’ à zughè second mi l’é stè bräv e inteligént a capir béle i movimént dal so repärt ( va bén che con la velocitè ch’ i van al gh' à tutt al témp äd capirja con cälma )

Palladén zéro : al vót al diz tutt : zéro, al fa pärdor fin la vója äd färogh 'na pagéla spiritóza, un po’ cme tùtta cla maledètta stagjón chi, 'na tristèssa ùnnica cme i sò selfie con Moggi, i sò salut afetvóz con i tifóz ädla juve a Turén o i tweet d’amor p'r al Napoli ! se mäj as' catìss dabón un cualchidón ch' a s’al porta a ca' mo l’é la solita speransa di mälvestì ch' a faga un bón invèron

Lodi du : do partidi discréti, un fógh äd pàja e po’ al pär béle artornè in-t-la sòvva : velocitè da Carlo Sassi e Eron Vitaletti ( par chi as' l’arcòrda, par chi l’é pù giòvvon andì dai vòstor véc' a dmandär ch' j’éron )

Mariga : séz : un vót par salutär al boomerang crozè : gira e rigira l’artórna sémp'r indrè ! va bén tutt mo s’andèmma avanti a fär al marchè acsì, as' podèmma spetär che prìmma ädla fén äd Znär i fàgon al cartlén anca a Tino, che sicur al sarà a “parametro zero”

Mauri cuàtor : tirè in bas anca lù dala tristèssa generäla, fòrsi la pù brùtta partìda da cuand l’é titolär, second mi al s’é béle fiachè äd còrror par tutt e po’ ciapär du o tri gol tutt il fésti

Bidaoui cuàtor : se non ätor a gh' l'à mètta tùtta, mo cuand a gh’é da tirär fóra la conisjón dal cavàgn bón’na not sonadór, in-t-n' ocazjón l’à fat n’asjón strepitóza e po’ al gh’ äva da fär n’apog' semplicìssim e mandär in porta al so compagn e invéci al s’é ravojè su da lù cme un bégh e ciao

Casàn du : inezistént ; da Fantantonio a son sincér am' sariss spetè un partidón invéci l’à tirè fóra 'na partidasa, ch’ l'à Sampdoria li insòmma la t' fa bàtor al cór fort bombén ! e va bé l’é 'na còza umana, l’important l’é domenica ! al Cesena, m’arcmànd, domenica at' gh’é da ciapär la scuädra par man e vénsor la partìda da ti ! forza Antonio ch' l’é cuäzi imposìbbil, mo cuäzi !

Donadón dù : Mìsster purtrop il scùzi j’én fnidi, l’é véra chi gh' àn dè 'na róza ch’ a 'n so mìga s' l' as' sälva in sèria B, l’é véra ch’ a gh’i tutt äd nóv a ciapär al stipendi, l’é anca véra ch' a gh’é di ragas in-t-i call center ch'a viva con 500 euro al méz e anca äd la génta sénsa lavór, donca almeno un po’ pù äd grénta e orgój a j à vrìss vèddor ! sionò s’a 'n sé gh' la cäva pù, basta 'na parola : dimisjón e di ch'a gh' pénsa renato zero e brignano a fär la scuädra ! AVANTI CROCIATI
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(Testo di Crociato 63)
(Correzione ortografica a cura di Enrico Maletti)



domenica 18 gennaio 2015

Da l'associazione FIAB-PARMA Bicinsieme riceviamo e pubblichiamo.



L'associazione FIAB-PARMA Bicinsieme invita a partecipare alla prima serata di Racconti di Bike-Tour che si terrà lunedì 19 gennaio, ore 21, presso la sede di via Bizzozero 19.  Si inizia con Corrado, Carla, Daniela, Giorgio e Valeria che racconteranno il loro ciclo-viaggio da Parigi a Londra. Nella stessa serata,Iolanda presenterà il ciclo-viaggio in Molise, organizzato dalla FIAB nazionale. E' un occasione per avvicinarsi a queste esperienze di conoscenza del territiorio che avvengono con una lentezza che permette di scoprire dettagli e bellezze che dal finestrino di un auto non si possono notare. Inoltre, il dover contare solo su se stessi, sulla propria forza fisica e mentale e sulla propria bicicletta rappresenta un esperienza che entra dentro e cambia le prospettive di vita, in un mondo sempre di corsa.

Per info andrea 3398123784

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S.ILARIO di “PARMA NOSTRA" CONFERITO IN REGGIA. Il riconoscimento per l’anno 2015, il 20 gennaio ore 17,30, sarà conferito a ALBINO IVARDI GANAPINI, fondatore di ALMA.



Il Tradizionale Premio S.Ilario 2015 di Parma Nostra verrà attribuito in edizione speciale nella prestigiosa Reggia di Colorno presso la scuola di cucina.
Il riconoscimento per l’anno 2015, il 20 gennaio, sarà conferito a
Albino Ivardi Ganapini
fondatore di ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, diretta dal più grande Chef italiano Gualtiero Marchesi, portandola nel giro di pochi anni, ad imporsi come struttura mondiale di formazione di valenti cordon bleu , che sforna ogni anno oltre un migliaio di professionisti di cui un terzo stranieri oggi sparsi nei più grandi e ristoranti e alberghi in tutto il pianeta.

LE ORIGINI
Il premio nato per il S.Ilario 1994
Si tratta di una iniziativa per segnalare alla cittadinanza, e conferire attestati di riconoscimento e merito a concittadini di particolare valenza civica di aderenza ai principi e alle motivazioni istitutive dell’Associazione, città. Si sono succeduti negli oltre vent’anni di vita del nostro Premio, protagonisti della vita cittadina, amministratori, docenti, ecclesiastici, poeti, scrittori, giornalisti, operai, personaggi noti e meno noti.


Sono più di 60 i soggetti che hanno ricevuto nel corso degli anni di vita del suddetto Premio di Parma Nostra, ne citiamo alcuni: Baldassarre Molossi Giorgio Torelli, Pino Agnetti, Bruno Lanfranchi, Luigi Vicini, Prof, Bernasconi , Padre Berardo Rossi, postulatore causa beatif. di P.Lino, , Prefetto Angelo Tranfaglia, Sindaco Elvio Ubaldi, Assistenza Pubblica, AVIS, Istituto Salesiano.

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sabato 17 gennaio 2015

17 GENNAIO 2015 FESTA DEI DIALETTI .....



17 GENNAIO 2015
 FESTA DEI DIALETTI

VIVA AL DJALÈTT PRAMZÀN

E TUTT I DJALÈTT D' ITALJA.




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