"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


PARMAINDIALETTO Tv


Tgnèmmos vìsst
Al salùt pramzàn äd parmaindialetto.blogspot.com

“Parmaindialetto” è nato il 31 luglio del 2004. Quest’anno compie 16 anni

“Parmaindialetto” l’é nasù al 31 lùjj dal 2004. St’an’ al compìssa 16 an’

Per comunicare con "Parmaindialetto" e-mail parmaindialetto@gmail.com

L’ UNICA SEDE DI “Parmaindialetto” SI TROVA A PARMA ED E' STATO IDEATO DALLA FAMIGLIA MALETTI DI “PÄRMA”.







sabato 16 maggio 2015

"Il Vangelo della domenica" Commento di don Umberto Cocconi

IL VANGELO DI DOMENICA 17 MAGGIO 2015
Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. (Vangelo secondo Marco)
Gesù ci chiama a uscire da noi stessi, dalle nostre parrocchie, per andare là dove gli uomini e le donne vivono, lavorano e soffrono, per annunciare loro la misericordia del Padre.
1. Ci invita a «non avere paura di uscire dalle nostre comunità cristiane per andare a cercare quelle 99 pecore che non sono ancora ritornate a casa.
2. E andare a dialogare con loro, e dire loro che cosa pensiamo, andare a mostrare il nostro amore che è l’amore di Dio».
3. Da un atteggiamento di autoreferenzialità, che è quello di chi pone al centro di tutto se stesso, così sarebbe una Chiesa che cerca la propria affermazione e il proprio interesse, non la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, ad una Chiesa “in uscita”, proiettata verso il suo Signore, ma rivolta al tempo stesso agli uomini, alle loro necessità più profonde, a servizio della loro salvezza eterna.
4. La missione dei credenti è di andare, non di rimanere “in pantofole”, ma di calzare i sandali per andare a proclamare il “vangelo”, ossia la “buona notizia” che Dio non solo è buono, ma è esclusivamente buono:
5. Dio è Amore che chiede soltanto di essere accolto, Amore che si offre, non per togliere qualcosa all’uomo, ma per potenziarne l’esistenza.
6. “Chi crederà…”: credere non significa accettare una dottrina, una verità, ma accogliere questa potenza d’amore, a tal punto da essere disposti poi a comunicarla agli altri.
7. L’amore ricevuto da Dio si trasforma in amore comunicato: custoditi dal Dio misericordioso, accolti dal Suo perdono, impariamo a custodirci gli uni gli altri con la stessa tenerezza.
8. E’ questa l'esperienza che papa Francesco propone alla Chiesa e al mondo, e che intende mettere al centro della vita e della missione del popolo di Dio, col Giubileo
9. Si preannuncia un Anno Santo che attraverso la conversione dei cuori porti dalla “globalizzazione dell'indifferenza” alla cura misericordiosa dell'amore.
10. Il battesimo, nell’esperienza della Chiesa delle origini, era espressione di una conversione, di un autentico nuovo orientamento della propria esistenza: se fino ad allora avevo vissuto solo per me,
11. ora decidevo di orientare in modo completamente diverso la mia vita, sceglievo di vivere per gli altri. Il rito del battesimo era il segno di questo cambiamento.
12. Anche oggi, come allora, chi aderisce a questo amore, chi davvero lo accoglie e dimostra pubblicamente un vero mutamento di rotta nella sua esistenza, è già nella pienezza della vita. Il film “Sarà il mio tipo?” è la storia di un incontro tra un filosofo e una parrucchiera, due mondi all’apparenza lontanissimi, destinati a non sfiorarsi neppure.
13. Eppure, nella sonnolenta cittadina di Arras, nel nord della Francia, i destini di Clément e Jennifer s’incontrano.
14. La domanda che la vicenda narrata risveglia in noi è questa:
15. è possibile un vero incontro tra diversi?
16. O meglio, come potrebbe avvenire l’incontro fra Chiesa e mondo?
17. Parafrasando il titolo, la Chiesa arriverà mai a dire, rispetto al mondo, con sincero interesse e disponibilità: “Potrebbe essere il mio tipo… o diventarlo?”.
18. Questa Chiesa “in uscita”saprà accompagnarsi a chi ha un carattere così diverso dal suo?
19. Oppure si stancherà subito di questo mondo e lo lascerà al suo destino perché a prima vista “non è il suo tipo”?
20. E “il mondo”, a sua volta, si lascerà sedurre dalla Chiesa, oppure sarà attratto da “tipi” più interessanti?
21. Ritornando al film, Clément è un filosofo parigino, snob ed egocentrico, un dongiovanni, che insegna nel liceo di una piccola e sperduta città francese. Jennifer è parrucchiera e madre single, con l'hobby del karaoke. Complice un taglio di capelli, il filosofo parigino fa conoscenza con la coiffeure Jennifer, energica e genuina: due anime, due persone agli antipodi, che cedono però alla “fatalità” del sentimento o, se credete, alle regole dell’attrazione. Lui legge Kant, lei ha un figlio, si diletta nel karaoke con le amiche e crede fortissimamente nell’amore. La distanza che separa Clément da Jennifer è la stessa che separa Parigi da Arras, ma Clément sa corteggiare all'antica, sa attendere, e così ottiene quel che vuole, rimanendo però affascinato da questa donna semplice e un po' chiassosa, che sogna “l'amore per sempre”. Colmare la distanza che li separa non è facile: c'è sempre il dubbio che l'altro possa non farcela o che non sia “la persona giusta”. Il film sfrutta il gioco degli opposti che si attraggono, per domandarsi se l’amore è possibile in un contesto di forti differenze culturali. Tuttavia, un film come questo propone un connubio pressoché impossibile, insostenibile, oppure suggerisce che l’unica via d’uscita, per i protagonisti, è quella di accettare e di amare la profonda diversità dell’altro, senza provarne vergogna?
22. E una tale conversione verso l’altro non potrebbe diventare il mio, o il nostro reale arricchimento?
23. Di fronte all'empasse di un amore così “squilibrato” occorre una dose supplementare di coraggio,capace di far spiccare un salto in alto, senza rete.
24. La “Chiesa in uscita” saprà fare il gran salto, sarà realmente disposta ad amare anche chi non ha affatto l’aria di essere “il suo tipo”?
(DON UMBERTO COCCONI)

Tgnèmmos vìsst

Nessun commento: